Tuesday, November 15, 2005

Tanz den Mussolini + 50 euro please + racconto siciliano

Antonio Mainenti has sent me a short story. It is in Italian. Set against the background of a big military operation called 'the sicilian vespers', it tells how young Antonio's tennisshoes drew the attention of a policeman, while he was waiting outside a barbershop.

Tanz den Mussolini: http://home.pages.at/blacky/ndw/mussolini.html
Taormina-Arte: http;//www.taormina-arte.com


Dear people at Taormina-arte,

First of all I would like to praise you for dedicating time and
energie to the good cause of bringing such diverse expressions of art
to the public. Helped by the beautiful setting of the greek theatre,
it is almost unimaginable that wittnessing the productions you offer,
leaves you without a feeling of fullfillment and intense satisfaction.

My name is Rinus van Alebeek. I come from a background where the
(sonic) artforms dissolve themselves, and become a way of living.
I have invented The no-budget Foundation, for those who dedicate time
and energy to their sonic art without getting paid for it. One of the
scopes of The no-budget Foundation is to ask money from organisations
that work with a budget, and give it to those who work without a
budget.

Alas, I am asking you. I ask for a 50 euro donation, to be subtracted
from your budget. You don't have to give it to me. I would appreciate
it very much if you gave it to Antonio Mainenti, a folksinger from
Ragusa, who tries to incorporate experimantral music into his
compositions.

I will publish this letter on www.no-bf.blogspot.com. I will offer
space for your answer, and once Antonio has received your donation, I
will ask him to publish on my website how this 50 euro has helped him.

Thanks for your attention,

yours sincerely,

Rinus van Alebeek

To introduce you further to Antonio, it is my honour to include a
short storie by him, in which he explains how he became a cook.
Further information on Antonio you will find through his website:
www.mainenti.net

Ecco il suo racconto:

mio cugino rinus si sta sempre più politicizzando; anche lui ha capito
che la nostra musica non può fare a meno di mangiare sovversivi con le
scarpe o senza, con la sciarpa e con gli stivali.
La prima volta che mangiai un "sovversivo", ero maledettamente
giovane, avevo ancora il sorriso puro di chi non ha mai sbattuto la
faccia per terra sfregiandosi.

Il mio amico Giummy era un famoso meccanico, l'unico inghippo stava
nel fatto che Giummy, per campare, doveva lavorare in campagna.
All'inizio se ne fotteva: la notte andavamo tutto il tempo in giro e
la mattina ci alzavamo presto; io andavo a scuola e, come tutti i
pendolari della zona mi svegliavo alle 6 e quarantacinque, dal lunedì
al sabato, Giummy pure, ma d'estate, quando io al massimo lavoravo
mezza giornata lui si svegliava alle 4 e mezza (nelle serre d'estate
c'è caldo, si lavora la mattina presto).

A quel tempo si era in piena operazione "vespri siciliani", i
militari, la polizia, i carrabbinieri, i vigili urbani, insomma tutti
gli sbirri, quasi ogni notte ci controllavano. Cercavano…che cazzo
cercavano? Cosa volevano da un quindicenne senza casco?
Niente, facevano solo commenti sulla mia folta capigliatura che ad
andatura umidamente costante si manteneva gonfia e possente. Giummy
pure aveva la chioma, lo chiamavano Roberto Formaggio per via del
codino: Giummy era tamarro e io freak (che ridere questa
terminologia).

Un sabato pomeriggio, io e Giummy andammo a Modica (senza nessun
motivo) con l'Americano; appena entrati in città, America ferma la
citroen AX, scende e ci dice di aver visto un salone da barbiere e che
la sua barba è troppo folta per fare il cameriere quindi, la va a
tagliare (l'Americano è un'altra persona importante).

Giummy e io, scendiamo ad aspettare ma ci fermano gli sbirri (che
qualcuno simpaticamente ha chiamato), era polizia ma questi erano
stupidi come i carrabbinieri. Io indossavo scarpe da basket americane
fatte dai bambini coreani, lo sbirro adulto e baffuto dopo aver
sentito l'assurda storia che "il nostro amico è andato dal barbiere
perché, essendo cameriere, non può lavorare col barbone" si è sentito
preso per il culo e mi rivolge delle domande tipo: - che piede grosso
che hai? –
Molto alla cappuccetto rosso, io rispondo: - sono solamente slacciate –
Lo sbirro: - non ci credo, secondo me ci nascondi qualcosa! –

Ecco, io vorrei concludere la storia qui a mo di barzelletta ma lo
sbirro mi ha fatto togliere le scarpe, tutte e due…io gli ho pure
messo il piede in faccia ma non mi puzzava.

Imparai a cucinare in quella occasione, così per necessità; nessuno
voleva mangiare uno sbirro stupido, vecchio e baffuto ma dovevo
impratichirmi.
Come quando un pacchetto di esportazione senza filtro costava lire
1.500 e le compravamo per imparare
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